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A Magenta Paolo Fresu si racconta e si esibisce col suo Quartetto: due perfomance memorabili organizzate dal Comune, da “Maxentia Big Band” e dal Circolo Culturale Sardo “Grazia Deledda”.

Nell’ambito della 18ma edizione del “Magenta Jazz festival” sabato 28 novembre il Teatro Lirico ha ospitato il concerto del “Paolo Fresu Devil Quartet”, una formazione di prim’ordine nel firmamento jazzistico internazionale, illuminato ovviamente dalla “stella” di origine sarda che risponde al nome di Paolo Fresu, nato a Berchidda (provincia di Sassari) nel 1961.
Moltissimi sono stati gli appassionati di jazz che hanno voluto godersi le emozioni suscitate dai suoni degli strumenti musicali in cui sono specialisti i componenti del quartetto: tromba e flicorno per Fresu; chitarra elettrica per Bebo Ferra; il contrabbasso per Paolino Dalla Porta; la batteria per Stefano Bagnoli.
Il concerto, organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con “Maxentia Big Band” e con il Circolo Culturale Sardo “Grazia Deledda”, rimarrà negli annali storici dell’offerta culturale proposta ai cittadini di Magenta. Il Quartetto suona temi originali ma anche vecchie canzoni che assumono nel suono del flicorno un’intensa liricità, anche se la melodia si avvicina raramente all’originale.
Nel pomeriggio, presso la prestigiosa Casa Giacobbe, Paolo Fresu ha parlato ai rappresentanti delle associazioni musicali locali, dopo aver ricevuto i calorosi saluti del Presidente del Circolo Valter Argiolas, del sindaco Marco Invernizzi, di Gianni Papa, vicepresidente di “Maxentia Big Band” e di Antonello Argiolas, per l’Esecutivo nazionale della FASI. Gli appassionati di musica sicuramente si aspettavano di conoscere la personalità di un musicista apprezzato a livello internazionale ma forse non tutti immaginavano che Fresu è anche uno scrittore, quindi abituato a ragionare sul proprio lavoro e a saper comunicare sia ricorrendo al suono della musica sia alla parola della lingua orale e scritta; una coscienza di autore che gli ha permesso di pubblicare (presso Feltrinelli) due libri validi anche dal punto di vista letterario come “Musica dentro” (prima edizione 2009) e “In Sardegna: un viaggio musicale” (2012).
Fresu si è raccontato rispondendo alle diverse domande. È figlio di un pastore, che avrebbe voluto ma non ha potuto studiare e che lo ha spronato a seguire fino in fondo le proprie inclinazioni e passioni. Autore di colonne sonore, Fresu ben volentieri ha raccontato la sua collaborazione per film (“Centochiodi”, 2006, storia di un uomo in crisi; “Torneranno i prati”, 2014, che rievoca la Prima Guerra Mondiale sugli Altipiani italiani) e documentari (Il “Pianeta che ci ospita”, per EXPO 2015) con il regista Ermanno Olmi. Fresu naturalmente si è pronunciato su ciò che per lui è la “sardità”, sul suo rapporto con l’isola natìa, su ciò che significa per la Sardegna la sua musica.
Alla fine dell’incontro in Casa Giacobbe il Circolo “Grazia Deledda” ha offerto ai partecipanti una degustazione promozionale di prodotti alimentari della Sardegna in abbinamento a vini dell’isola, a cura del sommelier Virgilio Mazzei: “Buio” della cantina “Mesa” di Sant’Anna Arresi, “Fontanaliras” e “Karana” della cantina del Vermentino di Monti; pane carasau “Santu Predu” di Ovodda e guttiau “Isola Sarda” di Irgoli, salsiccia “Murru” e pecorino sardo, pancetta “Su Sirboni” di Settimo San Pietro, carciofi di Valledoria con la bottarga “Blu Marlin” di Mogoro.
Fresu ha realizzato molti lavori legati alla Sardegna e in particolare al suo paese, Berchidda (dal 1988 vi ha piantato le radici del festival internazionale “Time in Jazz”, ogni anno onorato da prestigiose partecipazioni di musicisti e coronato da grande successo di pubblico).
Il progetto “Sonos ’e memoria”, ideato a metà degli anni Novanta dal regista Gianfranco Cabiddu, unisce le immagini in bianco e nero della Sardegna fra gli anni Venti e i Cinquanta con le musiche composte da Fresu. Le musiche tradizionali sarde, mischiate con il jazz, sono eseguite dal vivo da un ensemble speciale: oltre Fresu, Elena Ledda (voce), Luigi Lai (launeddas), Mauro Palmas (mandola), Antonello Salis (fisarmonica) e diversi altri. Frequenti sono le sue collaborazioni per la colonna sonora dei documentari dell’ISRE, Istituto Superiore Etnografico di Nuoro.

Paolo Pulina

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